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Òrexis

L’arte ha il dono di rendere immortale ciò che è caduco e l’artista è il solo in grado di cogliere l’invisibile, portando alla luce ciò che altrimenti resterebbe inosservato.

Le tavole di Orsola Caccia, oltre alla simbologia cristiana, rimandano alla fugacità della vita e all’effimera bellezza del creato: l’opera “Òrexis” trae ispirazione da queste rappresentazioni portando il fruitore a cogliere un altro aspetto della natura, ovvero l’indomabile forza che riesce a farsi spazio anche nei luoghi più angusti. Il termine òrexis viene normalmente tradotto con desiderio ma in questo caso ci si riferisce all’accezione data da Aristotele di “spinta, aspirazione tendenziale”; per il filosofo, dunque, esso designa la tendenza di un ente verso il suo bene e il suo fine, tensione che produce cambiamento.

Come i fili d’erba che crescono tra l’asfalto, così l’artista invade le scene di periferia urbana: il suo corpo diventa il simbolo della Vita che si fa strada anche dove tutto sembra sterile, giungendo infine a uno spazio bucolico. L’opera è la rappresentazione della pulsione vitale che non si arresta e invita gli spettatori a fare altrettanto, ad accettare le proprie pulsioni più profonde e a tendere alla Vita, all’Amore, alla Luce.

Òrexis 2020.

Durata video 05:56 min.

Musica: Garden Music by Kevin MacLeod
Link: https://incompetech.filmmusic.io/song/3796-garden-music
License: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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