Insostenibile leggerezza
“Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo ma nella poesia d’amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell’uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l’immagine del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, dall’essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?” Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere
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Modulando le proprie movenze sul canto che si ascolta in sottofondo, la performer occupa lo spazio visibile con tutto il suo corpo, interagendo con esso con gesti e movimenti inusuali rispetto alla funzione del luogo, un terrazzo condominiale, il cui accesso è però limitato a pochi condomini. L’artista diventa un elemento ibrido, dalle movenze animalesche e dai gesti lenti e meditativi, unione della leggerezza dell’aria e del peso della carne. La verticalità dei gesti rievoca sia il movimento del sangue pompato dal cuore che il dinamismo del vento, dell’acqua e del fuoco, elementi con i quali l’artista identifica il proprio carattere. Costante nel suo percorso è infatti l’unione di passionalità e rigore marziale, simbolica rappresentazione della duplice origine e dei due aspetti del carattere dell’artista.
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Insostenibile leggerezza, 2017.
Durata video 03:40 min.