Pachamama
“La Madre affamata di vita.”
L’opera è un’interpretazione della duplice natura della Madre Terra che contiene sia elementi “maschili”, di azione e forza, sia “femminili”, di creazione e attrazione; essa è destinata a modificarsi a seconda dell’ambiente nel quale è posta, diventando così “viva e mutevole” e rivelando un sottostante strato color rosso, come carne viva di un cuore pulsante.
L’installazione è composta da tre quadri nei quali sono incise le linee di Nazca, rappresentanti il colibrì, le mani e il ragno. Il primo è associato al dio Viracocha nella cultura inca, per l’artista sinonimo della parte maschile che porta equilibrio al femminile, l’audacia e l’intraprendenza che portano al raggiungimento dei propri obiettivi. Nel secondo sono raffigurate le mani ciò che, assieme alla postura eretta, distingue l’uomo dall’animale, ovvero la capacità di creare e generare, di modificare. Infine il ragno riprende il mito di Aracne, quindi la capacità femminile di creare unendo e intrecciando elementi differenti. Di fronte a questi elementi è posta una piramide di sfere di sabbia, rievocante l’altare alla Pachamama in uso nella cultura andina, per ringraziarla della protezione che offre ai viandanti riconoscenti.
Pachamama. 2016
Stratificazione su tela di impasti di sabbia e gesso, 7 elementi di sabbia e colla, 101x130 cm.