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Tableau vivant

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Composta tra il 1912 e il ‘28, questa commedia fantastica si svolge “in 5 atti e 9 quadri”: la vicenda narra di un giovane ex operaio ex membro del partito, Prisypkin, che celebra le nozze del suo “matrimonio rosso” con la figlia di un piccolo borghese. Durante i festeggiamenti avverrà un incendio dove moriranno tutti, eccetto il protagonista, che rimase magicamente congelato assieme ad una cimice per essere “riesumato” 50 anni dopo e studiato come “philisteus vulgaris”.

Il tema teatrale dell’opera è esaustivamente rappresentato nella scena dell’incendio: il passato della vecchia Russia, pieno di forze, contamina la nuova generazione, pallida imitazione e ormai priva di ideali e forze, destinata ad essere schernita, come il protagonista. Per tale motivo gli artisti hanno scelto di rappresentare suddetta scena, selezionando tre fotografie; l’opera è nata su richiesta della professoressa Nicoletta Braga per il corso di Fenomenologia del corpo.

La scelta di ambientare il tableau vivant all’interno di un supermercato a Milano è data dalla volontà dei tre artisti di dare una storia e un’identità a un “non luogo”, contrapponendo l’idea di omologazione che esso rappresenta con l’idea di unicità e irripetibilità della performance.

La realizzazione dell’opera è così diventata un pretesto per i tre colleghi di interagire con uno spazio urbano con ironia, decontestualizzandolo, contaminando l’ambiente con azioni slegate dalla funzionalità che esso invece presuppone, una protesta estetica verso un sistema sociale limitato e limitante.

Un particolare ringraziamento a Gloria Marsili e Elia Gobbi, coautori di quest’opera.

 

Tableau vivant, scena dell'incendio de "La cimice”. 2017

Trittico, stampa fotografica 30,5x45,5 cm.

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